Tufo(Tufo)

Tufo

Il tufo è stato impiegato fin dai tempi più antichi grazie alla sua facile lavorabilità.

È un litotipo sedimentario di origine clastica, che ha però una genesi particolare, strettamente connessa con i fenomeni vulcanici:

nella composizione della roccia, perciò, si riconoscono componenti sedimentari e vulcanici, cementati insieme surante la diagenesi.

Tra i tufi più noti ricordiamo il peperino del Lazio, così chiamato per il suo aspetto simile a quello dei granuli di pepe;

il tufo di Piperno, di provenienza campana, utilizzato per costruire Pompei;

le tuffiti pugliesi e le pozzolane laziali, materiali incoerenti.

Le caratteristiche

Il tufo è una roccia sedimentaria, formatasi in seguito alla diagenesi di materiali vulcanici e sedimentari: per questo motivo prende il nome i roccia piroclastica (il prefisso 'piro', di origine greca, significa 'fuoco', mentre i clasti sono dei frammenti di roccia).

Il colore può essere grigio, rosato, giallastro, verdastro o bruno, spesso con macchie nere dovute a cristalli di augite.

La tessitura del tufo è massiccia, tranne in pozzolane e tuffiti che sono incoerenti, e la struttura è clastica, con frammenti di rocce vulcaniche e sedimentarie cementate da zeoliti di origine vulcanica, da argille e calcite.

La composizione di questa roccia è molto eterogenea; in genere sono considerati componenti essenziali l'augite, i plagioclasi, la leucite, l'olivina e la biotite;

Tra gli accessori, invece, abbiamo i frammenti di lava e di materiale sedimentario (ciottoli calcarei), le ceneri e il vetro vulcanici, le zeoliti.

I tufi, anche quelli più massicci, sono facilmente lavorabili e in alcuni casi si possono perfino tagliare con una normale sega: ciò accade, per esempio, a quelli estratti nel''altopiano anatolico a Göreme e Ürgüp (Turchia), utilizzati fin dall'antichità in blocchi per la costruzione di edifici.

Le pozzolane, che sono incoerenti, non possono essere impiegate in tal modo ma rivestono una grande importanza in campo edilizio: impastate con l'acqua, infatti, si solidificano facendo presa, cioè legando tra loro come un cemento i materiali con cui vengono in contatto.

Tufo(Tufo)

Origine e giacimenti

I tufi sono rocce sedimentarie, di origine detritica o clastica, che hanno una genesi molto particolare, legata anche a fenomeni vulcanici.

Nella fase esplosiva delle eruzioni vengono lanciate grandi quantità di materiali di forma e dimensioni varie (bombe vulcaniche, proietti, lapilli, ceneri) che ricadono sulla superficie terrestre; essi poi vengono selezionate dal vento, in relazione alla forma e al peso specifico: si depositeranno prima le bombe, poi i proietti e i lapilli, infine le ceneri, più leggere e fini, originando in tal modo i cosidetti depositi piroclastici.

Se l'eruzione avviene in ambiente sottomarino, il criterio di distribuzione sarà ovviamente diverso.

In Italia i tufi più noti e comuni sono i peperini die Colli Albani e del lago di Vico, nati dall'attività dei vulcani Laziali.

Ancora nel Lazio provengono tufi rossi a scorie nere e tufi gialli.

Dalle eruzioni del Vesuvio (Napoli) hanno avuto origine i tufi di Posillipo e quelli di Piperno (Latina).

Sempre associata a lave vulcaniche, questa roccia si trova anche nel Novarese ad Arona, nel Varesotto, nel Luganese e in Alto Adige.

In Puglia esistono notevoli affioramenti di tuffiti, soprattutto nel Barese, mentre numerose cave di pozzolane si trovano a est di Roma, sulla riva sinistra di Tevere.

All'estero ci sono estese formazioni in Grecia, Turchia, Giappone, Germania, Indonesia e nel Sudamerica.

Gli usi

I tufi coerenti sono impiegati come pietre da costruzione, quelli incoerenti nell'industria dei cementi.

Il peperino, estratto in blocchi di varie dimensioni, è utilizzato nel basso Lazio per il basso coso e la facilità di lavorazione; anche in passato fu molto utilizzato: basti pensare al palazzo papale di Viterbo.

Con il tufo di Piperno, invece, furono costruiti i palazzi di Pompei e, più tardi, alcuni dei più antichi e monumentali palazzi di Napoli.

Le pozzolane (che un tempo costituivano l'unico materiale capace di far presa anche sull'acqua) macinate e mescolate a cementi a lenta presa danno cementi speciali, detti pozzolanici, caratterizzati da grande resistenza meccanica e chimica, impiegate in opere marine e subacquee.

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