La Campania, pur non disponendo di giacimenti sfruttabili industrialmente, è abbastanza ricca di minerali, soprattutto nell'area vulcanica del Monte Somma-Vesuvio; molti di essi, inoltre, furono rinvenuti esclusivamente in questa zona e pertanto sono alquanto rari, e, oggigiorno, pressochè introvabili.
Gli esemplari delle lave, dei proietti metamorfosati e delle fumarole del Somma-Vesuvio sono stati studiati già nei secoli scorsi da insigni scienziati, i quali hanno in tal modo contribuito a una migliore conoscenza di questo vulcano, celebre in tutto il mondo per le conseguenze della tremenda eruzione avvenuta nel 79 d.C. che seppelli le due città di Pompei ed Ercolano.
É situato a sud-est di Napoli; si tratta di un apparato vulcanico a 'recinto', con un cono (il Vesuvio o Gran Cono) che si erge entro i resti di un antico cratere (l'anfiteatro del Monte Somma), da cui è separato mediante un'ampia depressione semicircolare, suddivisa in due porzioni denominate Atrio del Cavallo e Valle dell'Inferno.
Più precisamente, si può definire uno 'stratovulcano', cioè un edificio vulcanico costituito dalla deposizione alternata di colate laviche e materiali piroclastici quali tufi, ceneri e lapilli.
La composizione chimica e mineralogica delle lave varia a seconda delle diverse tappe evolutive dell'apparato vulcanico.
Le specie mineralogiche finora segnalate nella zona del Monte Somma-Vesuvio sono quasi 200, di cui 40 trovate qui per la prima volta al mondo.
L'area di ricerca ha un'estensione limitata, si può dunque affermare con certezza che questa è una delle località mineralogicamente più interessanti dell'Italia.
Naturalmente è impossibile per un cercatore reperire tutte le specie descritte: molte sono state rinvenute solo una volta e in piccolissime quantità; ancora oggi, tuttavia, si possono scoprire eccellenti campioni o addirittura minerali nuovi, come è accaduto recentemente per la montesommaite, una rara zeolite.
Una delle specie più caratteristiche dei proietti metamorfici, che ha preso il nome proprio dal Vesuvio, è la vesuviana; si presenta in splendidi cristalli molto lucenti, con abito e colore assai vari.
Più difficili da riconoscere sono i materiali incolori, bianchi o solo debolmente colorati. Ricordiamo la wollastonite, in cristalli perlopiù tabulari bianchi.
Nelle fenditure delle lave si rinvengono soprattutto patine verdi di atacamite egialle di vesbina