Mineralogia dell'Umbria

l'Umbria è povera di minerali, essendo costituita perlopiù da terreni di origine sedimentaria, con numerose rocce calcaree e arenaceo-marnose.

Pur non disponendo di giacimenti sfruttabili industrialmente, questa regione comune possiede noti depositi di lignite e , nella zona di Gualdo Tadino (Perugia), anche modeste concentrazioni di minerali ferro-manganesiferi che, in passato, furono oggetto di infruttuosi tentativi di coltivazione.

Di specifico interesse scientifico, e in parte collezionistico, sono invece le specie scoperte nel corso di scavi effettuati in una cava presso San Venanzo (Terni), situata in corrispondenza di una piccola colata lavica.

venanzoSan Venanzo

L'abitato di San Venanzo è ubicato 66 km a nord-ovest del capoluogo provinciale di terni, a 465 m di altezza, ma si raggiunge più facilmente da Orvieto.

Nella cava, situata in località Podere Pantano, il pietrisco si otteneva sfruttando una piccola colata di lava, la cui origine è da collegarsi all'intensa attività vulcanica che ha interessato il Lazio settentrionale e l'Umbria nel corso dell'era quaternaria.

Gli studi geologici, infatti, hanno accertato che in questa zona umbra si sono costituiti due modesti apparati vulcanici.

Le specie segnalate nella cava di San Venanzo, anche se non numerosissime, risultano tuttavia assai interessanti.

La roccia che le ospita è costituito in buona parte da due minerali non proprio comuni: la melilite e la kalsilite.

meliliteMelilite

La prima è un silicato di calcio, sodio, alluminio e magnesio; nella località ternana si trova sotto forma di tavolette a sezione quadrata o rettangolare, con lati di qualche millimetro, dal colore giallo bruno.

kalsiliteKalsilite

L'altra è un raro silicato di potassio e alluminio, spesso confuso con la nefelina, cosi chiamato proprio in relazione alla composizione chimica; si presenta in tozzi cristalli aghiformi bianchi o incolori, con sezione tondeggiante e lucentezza piuttosto grassa.


Proprio in questa zona, inoltre, nel 1984 è stata scoperta una specie di notevole interesse scientifico: si tratta della willhendersonite, una zeolite assai affine alla cabasite, che compare raramente in minutissimi cristalli limpidi e incolori.

willhendersoniteWillhendersonite

Invece, tra i minerali più frequentemente rinvenibili quando la cava era in attività, ricordiamo la flogopite e la leucite.

flogopiteFlogopite

La prima è una mica di potassio e magnesio: si presenta in piccole lamelle o scagliette brillanti, di colore bruno con riflessi bronzei, che spesso ricoprono la cavità della roccia o avvolgono gli altri minerali.

leuciteLeucite

L'altra si trova sotto forma di individui tondeggianti, perlopiù corrosi e privi di contorni cristallini evidenti, incolori o biancastri e opalescenti.

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