25 tecniche di pronto soccorso

Tutte le volte che un individuo subisce un infortunio o è colpito da malore, chi è presente ha il dovere di prestargli assistenza. Tale dovere è sancito anche dalla legge e chi vi si sottrae volontariamente incorre nel reato di omissione di soccorso, previsto dal codice penale.

Le misure di pronto soccorso sono spesso di importanza fondamentale e, in alcuni casi, sono le sole che consentono di salvare la vita dell'infortunato. In altri casi, il pronto soccorso non costituisce un provvedimento risolutore, ma ha il solo scopo di fornire un'assistenza adeguata sino al momento in cui interviene il personale sanitario qualificato.

Non si deve dimenticare, infatti, che uno dei compiti dei soccorritori è quello di provvedere alla tempestiva chiamata di un medico, di un'ambulanza, della polizia.

(In casa è utile avere a portata di mano i numeri telefonici del medico personale, dello specialista o del pediatra, e quelli della Guardia medica notturna e dell'ospedale più vicino.)

Le misure di assistenza devono quindi essere eseguite con calma e con ordine, evitando di perdere la testa e di intervenire sconsideratamente solo per ragioni di rapidità, ma tenendo invece presente che un'assistenza errata può tradursi in un danno molto grave, a volte fatale.

È anzitutto importante individuare la causa che ha provocato l'incidente, causa che talora è evidente (annegamento, folgorazione, incidente stradale), talora del tutto ignota (malore improvviso).

Prevenzione degli avvelenamenti domestici

È bene tenere presenti alcune norme fondamentali:

1. non lasciare potenziali veleni a portata di mano del bambini;

2, non confidare che il cattivo odore o sapore tengano lontani i più piccoli dalle sostanze tossiche, né contare sulla "tenuta" dei tappi dei contenitori;

3. rimuovere le sostanze tossiche dal loro recipiente originale solo con le dovute precauzioni; non usando per travasi bottiglie di bibite o con tenitori di sostanze commestibili;

4. prestare particolari attenzioni in epoche di viaggi, vacanze, grandi pulizie domestiche, imbiancature.




Avvelenamenti per ingestione

Non perdere tempo nel cercare di identificare la sostanza ingerita: il più delle volte il trattamento da fare subito è sempre lo stesso e la rapidità con cui si pratica il pronto soccorso può essere fondamentale per la vita dell'infortunato. Non prendere iniziative terapeutiche solo se il paziente è in coma oppure in preda a convulsioni: in tal caso organizzare nel modo piu' sollecito il trasporto in ospedale.

Nel caso di ingestione di corrosivi (acidi, alcali) o prodotti derivati dal petrolio (benzina, kerosene) astenersi dal provocare il vomito.

In tutte le altre condizioni: 1. Diluire il veleno e rendere più lento l'assorbimento mediante la somministrazione di latte, uova sbattute, farina o amido in sospensione.

2. Somministrare del carbone attivato (10- 15 grammi per ogni grammo di veleno presumibilmente ingerito) o del pane carbonizzato alla fiamma che rappresentano antidoti universali.

3. Scatenare il riflesso del vomito mediante uno dei seguenti mezzi: stimolazione della gola con un dito o un cucchiaio: somministrazione di un cucchiaino di senape polverizzata disciolta in un bicchiere d'acqua; somministrazione di 15 ml di sciroppo di ipecacuana disciolto in mezzo bicchier d'acqua (ricordando però che lo sciroppo di ipecacuana è tossico a dosi superiori al 30 ml). 4. Somministrare un purgante che accelera il transito intestinale del veleno (30 grammi di solfato di sodio). 5. Organizzare il trasporto all'ospedale tenendo il paziente al caldo con coperte.




Contaminazione degli occhi

Aprire bene le palpebre dell'infortunato e lavare con acqua gli occhi per almeno 5-10 minuti. Astenersi anche in questo caso, dall'impiegare antidoti chimici.




Punture e morsi di serpenti e insetti

Immobilizzare paziente. Somministrare se possibile l'antisiero specifico provvedendo però a informarsi se l'infortunato non ha eseguito nei 15 mesi precedenti altre sieroprofilassi (antitetanica o altre): in tal caso la somministrazione dell'antisiero deve essere praticata dal medico. Organizzare il trasporto del paziente in ospedale rimuovendolo con la massima cura, incidere la pelle nella sede del morso e succhiare: questa manovra eseguita entro mezz'ora dalla morsicatura di serpente può rimuovere circa il 10% del veleno.




Avvelenamenti attraverso la pelle

Sono frequenti gli avvelenamenti dei bambini da acido borico (mal diluito) oppure quelli da anilina (contenuta nei coloranti, inchiostri e pitture). Il trattamento da farsi subito à lo stesso per tutti i veleni assunti per questa via:

1. Lavare a lungo molto bene la pelle con acqua mettendo il paziente in una vasca o irrorandalo con un docciatore.

2. Non cercare antidoti chimici la cu reaazione potrebbe aggravare la lesione della pelle.




Contusioni

Sono le cosiddette "botte" senza tagllo della pelle sovrastante, Guariscono da sole ma si può fare qualcosa per lenire il dolore e affrettare la guarigione:

mettere a riposo la parte contusa; fare applicazioni fredde locali (borsa di ghiaccio);

bendare in modo blandamente compressivo.

Non fare nel primi giorni impacchi oppure massaggi.




Distorsioni (o storte)

Sono le lesioni dei legamenti di una articolazione senza che vi siano fratture o spostamento delle superfici articolari. Generano vivo dolore che si aggrava col movimento dell'articolazione. Sarà il medico di un pronto soccorso ospedaliero a valutare la gravità del trauma (eventualmente con una radiografia); nel frattempo porre a riposo l'articolazione e fare applicazioni fredde (non fare massaggi né frizioni).




Emorragie

Si tratta della fuoriuscita del sangue dal proprio letto naturale all'esterno (emorragie esterne) o in cavità interne dell'organismo o negli interstizi del tessuti (emorragie interne). Le emorragie interne si manifestano con segni indiretti: pallore della pelle e delle mucose; raffreddamento della superficie corporea; polso frequente (tachicardia); svenimenti. Il trattamento è quello dello shock.

Le emorragie esterne possono essere:

1. Capillari: il sangue è rosso scuro, esce senza pulsare, in quantità modesta: per avere emostasi soddisfacente in genere basta comprimere con alcune garze sterili la parte sanguinante e porvi sopra una borsa di ghiaccio.

2. Venose: il sangue esce senza pulsare in modo costante e uniforme, in genere in quantità abbondante. L'emostasi si pratica per compressione diretta contro un piano rigido (utilizzando un batuffolo di cotone avvolto da una garza, un fazzoletto pulito o le dita) oppure per compressione indiretta mediante l'applicazione di un laccio di gomma o un fazzoletto in una posizione distale al punto di sanguinamento (la ferita cioè viene a trovarsi fra il punto di compressione e il cuore).

3. Arteriose: il sangue è rosso vivo, esce abbondantemente con fiotto ritmico col battito del cuore. Si deve praticare una compressione diretta (come per le venose) e una compressione indiretta ponendo il laccio prossimalmente alla lesione (cioè in un punto intermedio fra lesione e cuore). Se non distingue l'emorragia venosa dalla arteriosa, porre due lacci prossimalmente e distalmente alla lesione. Durante la ricerca dell'emostasi provvisoria e il trasporto in ospedale, muovere il traumatizzato con la massima cura.




Epistassi

E' il sangue da naso. Comprimere con un dito la narice sanguinante per 10-12 minuti, evitando di soffiare il naso e di introdurre cotone (casomai garza). Se l'emorragia è abbondante e non cessa con la manovra descritta è meglio trasferire l'infortunato in ospedale.




Ferite

Possono interessare solo i piani superficiali (ferite superficiali), quelli sottostanti (ferite profonde) o giungere fino a una cavità (addominale, toracica) con lesione degli organi interni (ferite penetranti). Il trattamento delle ferite non è univoco ma dipende da diversi fattori (tipo di ferita, grado di distruzione dei tessuti, tempo trascorso dal trauma): in attesa che il medico (meglio se di un ospedale) valuti la gravità del trauma praticare comunque le seguenti misure di pronto soccorso:

1. Pulire ferita irrorandola con acqua, meglio se bollita.

2. Detergere la pelle intorno alla zona lesa con garza imbevuta d'alcol e rasare eventuali peli o capelli con forbici e rasoi.

3. Asportare dalla ferita eventuali sostanze estranee (pietrisco, terriccio).

4. Praticare un'emostasi temporanea in caso di emorragia; se il sanguinamento è abbondante l'emostasi deve precedere tutte le altre manovre.

5. Disinfettare la ferita con Citrosil iodato o simili e medicare con garze tenute in sede da cerotti o fasce.

Lasciare al medico l'esecuzione della sieroprofilassi antitetanica o il richiamo della vaccinazione ricordando però che l'efficacia di tali misure diminuisce col passare del tempo dal trauma.




Fratture

Sono le rotture delle ossa conseguenti a traumi. Se ne distinguono una grande varietà per tipo di trauma, spostamento del monconi, direzione della linea di frattura, che però non modificano l'atteggiamento di pronto soccorso domestico. Le manovre da mettere in pratica devono ridurre al minimo il dolore e impedire le possibili complicazioni:

1. Porre l'infortunato in decubito dorsale

(cioè sdraiato con la pancia in alto) o comunque nella posizione per lui meno dolorosa.

2. Trattare eventualmente abrasioni, contusioni e ferite nel modo descritto astenendosi dal cercare di far rientrare sotto la pelle i monconi dell'osso esposti.

3. Immobilizzare l'osso fratturato per impedire che i frammenti si muovano e evitare inutili sofferenze al traumatizzato durante il trasporto;

l'immobilizzazione si ottiene anche con mezzi di fortuna facilmente reperibili (rami d'albero, tubi, fogli di cartone rigido, manici di scopa) che devono essere assicurati saldamente all'osso fratturato mediante una fasciatura robusta, ricordando di fissare bene anche le articolazioni poste sopra e sotto l'osso fratturato.




Lussazioni

Sono lo spostamento di un capo osseo articolare dalla sua sede, conseguente in genere a un trauma. È bene:

1. Porre a riposo l'articolazione colpita e far rilasciare i muscoli.

2. Curare nel modo già descritto abrasioni, contusioni eccetera astenendosi dal cercare di far rientrare il capo nella sua sede.

3. Applicare un bendaggio stretto che impedisca il movimento dell'articolazione duran te il trasporto del traumatizzato in ospedale: questo trasporto deve essere sollecito perché la riduzione della lussazione da parte del medico è sempre più difficile a mano a mano che passa il tempo.




Lussazione della mandibola

Può essere la conseguenza di uno sbadiglio o di una risata smodata.

Il malcapitato resta a bocca spalancata e non è più capace di richiuderla. La riduzione può essere eseguita anche dal profano purché segua le seguenti regole:

1. Introdurre i pollici in bocca ponendoli sugli ultimi denti inferiori, sostenendo la mandibola con le altre quattro dita. 2. Premere fortemente verso il basso con i pollici e sollevare il mento contemporaneamente con le altre dita.

3. Quando si avverte che la mandibola si è liberata con uno scatto, portare i pollici in fuori fra guancia e mandibola per evitare morsicature.




Tecniche di fasciatura

La fasciatura può essere fatta allo scopo di proteggere una ferita, tenere in sede una medicazione, immobilizzare un osso fratturato o una articolazione lussata: si esegue utilizzando principalmente pannicelli e fasce: I primi sono pezzi di tela rettangolari che possono esse re ripiegati a "triangolo", a "cravatta", at "corda" e cosi via: le seconde sono strisce di varia lunghezza e larghezza preferibilmente di tela o di lino. Una fasciatura ben fatta deve seguire alcune regole fondamentali:

1. Non fare trovare sulla ferita l'inizio del primo giro della fascia o la fine dell'ultimo: si eviterà cosi di comprimerla col nodo terminale.

2. Non fasciare in modo troppo stretto o troppo lento.

3. Fare giri di fascia fitti ripiegando ogni tanto la fascia su se stessa.

4. Bagnare la fasciatura se col tempo tende a cedere.

Le fasce possono essere applicate:

1. circolarmente (la benda ricade a ogni giro su sestessa);

2. a spirale (ogni giro ricopre solo in parte il giro precedente):

3. a otto (due giri circolari si incrociano formando la cifra otto).




Ustioni

Ogni anno in Italia decine di migliaia di persone devono ricorrere alle cure mediche per ustioni di varia gravità, che si verificano per lo più (80 per cento) in casa a danno di bambini.

Le situazioni pericolose "tipiche" variano a seconda dell'agente ustionante:

1. Corpi caldi; soprattutto liquidi bollenti versati da recipienti sul fuoco, ma anche superfici arroventate di stufe, forni, ferri da stiro.

2. Flamma: fiammiferi, accendini, fornelli sono giochi affascinanti per bambini dai due ai dieci anni; la fiamma provoca incendio degli indumenti con gravi lesioni del tronco e del viso soprattutto se la vittima si mette a correre.

3, Esplosione di liquidi infiammabili e contatto con cavi dell'alta tensione; si tratta per lo più di lesioni da lavoro. Quando l'ustione si è verificata le cose importanti da fare sono tre:

1. Arrestare l'estensione del danno con acqua fredda. Tolti i vestiti, gli anelli e ogni costrizione (prima che la parte si gonfi) immergere o umettare a lungo la parte con acqua a 20-25° (anche per due ore), per ridurre il dolore e il gonfiore locale. Se la superficie da raffreddare è estesa, avvolgere le parti sane in coperte e dare da bere bevande calde per evitare di abbassare eccessivamente la temperatura corporea.

2. Decidere se è necessario il ricovero in ospedale. I criteri sono cinque:

1. Gravità dell'ustione:

primo grado con semplice arrossamento e dolore spontaneo locale e ipersensibilità al tatto (non sonopreoccupanti);

secondo grado con forma zione di bolle ripiene di liquido chiaro, gon fiore e indurimento della parte che resta dolente e ipersensibile (la gravità dipende. dall'estensione);

terzo grado con piaga secca carbonizzata indolente e insensibile al pizzicamento per distruzione delle termina zioni nervose (sono sempre preoccupanti).

2. Estensione dell'ustione: si misura in percentuale della superficie corporea tenendo presenti i seguenti valori approssimativi. Testa e collo 9 per cento; arti superiori 9 percento into; inferiori 18 per cento; tronco anteriore 18 per cento; tronco posteriore 18 percento: genitali uno per cento (nei bambini la testa occupa un'area proporzionalmente tanto maggiore quanto più sono piccoli). Le piccole scottature si misurano con il palmo della mano che equivale a circa l'uno per cento della superficie. A ogni età chiunque abbia riportato ustioni su una su perficie maggiore al 5-10 per cento deve essere ospedalizzato.

3. Sede: ustioni della faccia, delle mani e dei genitali meritano il ricovero anche se di modesta entità, per evitare eventuali com promissioni funzionali o estetiche.

4. Età: nei bambini piccoli e nei vecchi sono più facili la disidratazione e le complicanze infettive, per cui è meglio ricoverare anche per ustioni modeste.

5. Lesioni interne delle vie aree e del polmone: si verificano negli incendi in ambiente chiuso. Se la voce è roca, I peli del naso bruciacchiati e la lingua gonfia è necessario il ricovero in ospedale. I Disturbi respiratori gravi possono infatti comparire anche a 48-72 ore dall'incidente.

3. Medicare le piccole bruciature che non necessitano di ricovero. Cessato il raffreddamento, si lava la parte con acqua e sapone evitando di rompere le bolle rimaste intatte. I lembi di pelle delle bolle aperte invece devono essere scostati in modo da non formare comodi ricettacoli di infezione. Sull'ustione pulita si pone una garza al liso formio e poi uno spessore di garza sterile assorbente. Infine si fascia con molta abbondanza per evitare che il bendaggio si inumidisca fino in superficie, facilitando la contaminazione dall'esterno. La fasciatura non deve essere stretta. La medicazione va tenuta asciutta e quindi cambiata circa ogni due giorni man mano che si impregna di liquido. L'arto leso nelle prime ore va tenuto possibilmente sollevato per ridurre al minimo il gonfiore.




Folgorazioni

La prima cosa da fare è interrompere la corrente: si può staccare l'interruttore generale o la spina dal muro, ma in ogni caso non si deve assolutamente toccare l'infortunato per evitare di subire la stessa sorte.

Chi è attraversato dalla corrente può andare incontro a una o entrambe delle seguenti evenienze:

1. Tetano dei muscoli, compresi quelli respiratori con rischio di asfissia. E per questo che che i folgorati apparentemente restano "attaccati" alla fonte di corrente: In realtà non si muovono perché sono paralizzati dallo spasmo muscolare. In questo caso, tolta la corrente, si deve praticare la respirazione artificiale finché riprende il respiro spontaneo.

2. Fibrillazione del cuore. Il cuore cioè non si contrae più regolarmente, ma in modo caotico, non riuscendo o pompare il sangue necessario. In questo caso è indispensabile subito il massaggio cardiaco accompagnato da respirazione artificiale, finché riprende un battito regolare. Se la corrente ha provocato bruciature della superficie cutanea, queste vanno trattate come qualsiasi altra ustione.

Per evitare disgrazie da elettricità è importante ricordare che a parità di voltaggio i danni sono tanto maggiori quanto minore è la resistenza elettrica dell'organismo. Tale resistenza risiede soprattutto nella superficie corporea e si riduce quando la pelle è bagnata: occorre quindi evitare di maneggiare apparecchi elettrici con mani bagnate o peggio ancora stando immersi nella vasca da bagno. Invece i materiali isolanti come il legno, la para eccetera, posti sotto i piedi, rendono difficile l'attraversamento del corpo da parte della corrente.




Annegamento

Praticare senza perdere tempo la respirazione artificiale bocca-bocca o bocca-naso e il massaggio cardiaco, qualora vi sia arresto del cuore (eventualmente alternando le due manovre se si è soli), senza interrompersi neppure durante il trasporto in un centro attrezzato per la rianimazione. Il massaggio cardiaco deve essere continuato fintanto che il cuore non riprende a battere. L'effettiva utilità del drenaggio dell'acqua dalle vie aeree è dubbia: esimersi dunque dal cercare di eseguirlo evitando di rimandare pericolosamente le più preziose manovre descritte.




Congelamento

Per congelamento si intende la lesione dei tessuti dovuta al raffreddamento. Il pronto soccorso deve essere rivolto a riscaldare la parte congelata e a proteggerla da traumi. Un buon riscalda mento si può ottenere immergendo la parte in acqua tiepida (40-41°) per alcuni minuti, oppure (specie se il congelamento si limita al tessuti superficiali)comprimendola (non frizionandola). Se sono interessate le dita delle mani è utile porle sotto le ascelle; se sono colpiti i piedi è opportuno togliere calze e scarpe bagnate asciugandoli e coprendoli con indumenti asciutti. Impedire al paziente di camminare (se sono congelati piedi) o comunque di eseguire esercizi fisici che interessino la parte offesa: non sfregare con neve o acqua ghiacciata. Appena possibile il medico indicherà la terapia antibiotica opportuna contro il pericolo di eventuali infezioni e praticherà l'iniezione antitetanica in caso di lesioni ulcerative.




Corpi estranei

È difficile farsi un'idea della quantità di oggetti delle più diverse forme che vengono introdotti dai bambini, e anche dagli adulti, nelle cavità naturali. Nelle orecchie, nelle cavità nasali, nelle vie respiratorie e digerenti, che vengono a trovarsi per manipolazione, aspirazione o ingestione corpi estranei che devono essere rimossi. Anche al di fuori dei casi drammatici, che portano a ostacolo della respirazione o a pericolo di perforazione, è molto meglio, qualora il primo delicato tentativo di rimozione non riesca, condurre l'infortunato al più vicino pronto soccorso che dispone del mezzi atti a compiere l'operazione in modo non traumatico.




Shock

Lo shock si stabilisce progressivamente per una riduzione drastica della circolazione periferica con ristagno di gran parte del sangue negli organi addominali; la conseguenza di questo è una insufficiente ossigenazione del tessuti e uno squilibrio delle funzioni vitali e neurovegetative dell'organismo.

Tutti questi fenomeni sono strettamente collegati; si sviluppano e si aggravano rapidamente in modo da diventare sempre più indipendenti dalle cause che hanno provocato lo shock.




Cause dello shock

Gravi perdite di sangue per ferite, emorragie interne, fratture di ossa lunghe come il femore o l'omero. Ustioni estese. Dolore molto intenso per infarto, peritonite eccetera. Grandi traumi. Operazioni chirurgiche. Allergie acute da farmaci. Intossicazioni. Gravi malattie cardio-circolatorie. Infortuni da elettricità, esposizioni a condizioni estreme di calore o di freddo. Grandi tempeste emotive.




Segni dello shock

Grave sensazione di prostazione e di ansia, qualche volta agitazione; si può avere parziale o completa perdita di coscienza, spesso torpore. Senso di freddo, brividi, molte volte sete. La pelle è pallida, fredda, sudaticcia, particolarmente quella del viso e delle mani; le estremità sono ancora più fredde e grigiastre. Il polso è rapido e debole. La respirazione è irregolare, frequente e poco profonda.

Trattamento dello shock. Mettere la persona in stato di shock distesa sul dorso, con la testa allo stesso livello del tronco e le gambe sollevate con cuscini o altro. Garantirgli la respirazione liberandolo da cinture e abiti stretti. Coprire il malato. Non somministrargli medicine o altro per bocca, soprattutto se non è cosciente.

Chiamare immediatamente il medico, ma se si ritiene il caso molto grave o se ci sono problemi nel reperimento del medico, provvedere al trasporto, possibilmente con ambulanza, all'ospedale più vicino. Durante il trasporto Il malato deve sempre essere in posizione distesa, mai seduto.




Perdite di coscienza improvvise

Ci sono vari di riduzione della coscienza, dalla sonnolenza in cui il paziente è sveglio e capace di rispondere ma disorientato, al sopore, che è uno stato simile al sonno e che può essere interrotto da stimoli come chiamate o pizzicotti, alla perdita di co- scienza breve e profonda, al coma che è una perdita di coscienza profonda e, molto spesso, di lunga durata.




Svenimento

É una perdita di coscienza improvvisa e transitoria che capita anche in soggetti apparentemente sani, spesso in situazioni in cui sono costretti a mantenere a lungo la posizione eretta in condizioni ambientali disagevoli o di affollamento. Segni:

il soggetto è pallido, sudato, non cosciente, le vene sono vuote, il polso è debole e lento.

Se lo svenimento porta alla caduta, questa può provocare dei traumi alla testa o ad altre parti del corpo.

Trattamento: mettere l'infortunato disteso in luogo tranquillo, slacciargli i vestiti per fa vorire la respirazione.

Troppo spesso questi soggetti vengono mantenuti in posizione seduta o addirittura trasportati in posizione eretta. Questo può portare, per un accidente di per sé non grave, a collasso o addirittura a morte. In ogni caso bisogna non sottovalutare le perdite di coscienza, anche fugaci, e sottoporsi a un controllo medico.




Colpo apoplettico

Avviene di solito in soggetti anziani che cadono a terra improvvi samente con perdita di coscienza o immediata o preceduta da stato confusionale, disturbi della parola o della vista. Segni:

il viso è rosso, congesto, il respiro faticoso, la testa e gli occhi sono spesso voltati da un lato, una pupilla più dilatata dell'altra.

Una metà del corpo è paralizzata e non reagisce a stimoli dolorosi come piz zicamento o altro.

La bocca è storta. Misure generali:

rialzare Il capo con un cuscino, assicurarsi che ci sia una respirazione valida eventualmente ricorrendo a respirazione artificiale:

attenzione comunque che non ci sia una caduta indietro della lingua, predisporre immediatamente il ricovero in ospedale.

Tra le evenienze gravi l'arresto del respiro è quella in cui l'intervento tempestivo di chi è presente e possiede anche poche, ma corrette nozioni, può essere decisivo per salvare una vita.

Bisogna tenere presente che la respirazione e la conseguente ossigenazione del sangue sono una funzione essenziale. Pochi minuti di apnea (di non respiro) sconvolgono l'equilibrio dei tessuti, portando a gravi danni cerebrali, ad arresto cardiocircolatorio e, se non si interviene rapidamente, a morte. Il soccorritore deve quindi provvedere su bito a garantire artificialmente una sufficiente ventilazione polmonare. Un respiro fre quentissimo, sopra i 40 atti respiratori al minuto, o rantolante, è insufficiente ai bisogni e preannuncia un arresto completo del respiro.




Cause dell'arresto del respiro

Ostruzioni delle vie respiratorie provocate da corpi estranei, caduta della lingua e vomito du rante stati di perdita di coscienza, secrezioni catarrali molto dense non espulse. Cause nervose centrali per traumi cranici, folgorazioni, ingestioni di grandi quantità di sedativi, accidenti vascolari. Cause ambientali come insufficienza di ossigeno o presenza di gas velenosi come l'ossido di carbonio che blocca l'emoglobina dei globuli rossi (che ha il compito di trasportare l'ossigeno dai polmoni ai tessuti). Cause cardiovascolari per arresti improvvisi della circolazione.