Fughe di gas

Individuare una fuga di gas. Controllare se nell'impianto e negli utilizzatori si ha una fuga di gas è abbastanza semplice.

Il controllo andrebbe fatto ogni sei mesi negli impianti fissi (gas di città e metano) e nei relativi utilizzatori, ogni volta che si effettua la sostituzione di una bombola negli utilizzatori a GPL.

Va naturalmente eseguito ogni volta che si avverte odore di gas e non se ne comprende l'origine: i gas combustibili vengono "odorizzati" (odore pungente, ti pico) appositamente perché si avvertano anche fughe modeste.

Si tratta di ricoprire con una soluzione d'acqua saponata, applicandola con un pennello, raccordi, attacchi, rubinetti, giunti, dell'impianto e dei singoli utilizzatori, quando questi sono collegati alla sorgente di gas:

anche una modestissima perdita sarà evidenziata dal formarsi di bolle ben visiili (si gonfiano, scoppiano, si riformano, scoppiano ancora e cosi via).


Quando la perdita è evidenziata si elimina (si serrano raccordi e fascette, si sostituiscono guarnizioni ecc.).

Se l'eliminazione della fuga non riesce, non rimane che rivolgersi a uno specialista e controllare poi il buon esito della riparazione con lo stesso metodo.

Un tempo si usava passare una fiamma che brucia a bassa temperatura, tipicamente.

Quella di una candela o di un cerino, lungo le tubazioni, attorno ai rubinetti degli utilizzatori, agli attacchi dei tubi flessibili, lungo lo sviluppo di tubi interni agli utilizzatori e cosi via, individuando rapidamente anche piccole fughe;


infatti in corrispondenza della "falla di tenuta" si sviluppava una fiamma azzurra, talora intermittente. Questo sistema è assai pratico, specie quando occorre esplorare zone non facilmente accessibili quali lo sviluppo di tubetti e raccordi che alimentano il forno di una cucina.

I tecnici ad alto livello che, in tempi recenti, hanno esaminato tecniche d'uso e di e di controllo e pericoli insiti negli utilizzatori a GPL, sempre più diffusi, hanno giudicato il sistema del controllo con la fiamma, nel caso dei GPL, assai pericoloso e lo hanno bandito.

È infatti abbastanza comune che per spegnimento occasionale di un bruciatore, fissaggio imperfetto della bombola al regolatore di pressione, cattivo stato della guarnizione interna o del tubo flessibile, sostituzione della bombola vuota (ma non totalmente) avendone dimenticato aperto il rubinetto, una certa quantità di gas si sia riversata fuori dalla bombola, prima che si effettui la prova di tenuta.

Nelle vicinanze della bombola, o "intrappolato" nel vano a portella entro il quale sono comunemente sistemate le bombole, può aversi abbastanza spesso una certa quantità di gas. Se si va a cacciare una fiamma proprio in quella zona, si può provocare una vampata di gas Infiammato, pericolosa per chi sta operando e sufficiente per provocare un incendio. Se la quantità di gas sfuggito dalla falla fosse cospicua, si avrebbe facilmente un'esplosione, più o meno violenta.Per quanto concerne il controllo di impianti e utilizzatori a GPL va bandita la tecnica della fiamma, non solo per i motivi suaccennati, ma anche per questioni di responsabilità civile e penale.

Chi infatti, controllando un impianto a GPL con una fiamma accesa, provocasse un'esplosione, si troverebbe in una posizione giuridica difficile, in quanto avrebbe provocato un sinistro violando una precisa norma.Il divieto espresso nei riguardi del controllo con la fiamma d'impianti a GPL, può intendersi riferito, "per estensione", anche agli impianti a gas di città, quindi fissi, e utilizzanti gas di diverse caratteristiche. È cosa comune che gli impiantisti e gli specialisti che effettuano controlli e manutenzioni su impianti e utilizzatori a gas di città si avvalgano del controllo con fiamma, in corrispondenza di raccordi, rubinetti degli utilizzatori, attacchi dei flessibili ecc., dopo aver aerato energicamente l'ambiente, eliminando cosi eventuali sacche di gas sfuggito dall'impianto.Il privato, impegnato nel controllo e la manutenzione dell'impianto a gas di città e dei relativi utilizzatori, è bene si attenga al sistema dell'acqua e sapone.




Sistemi di sicurezza. Sono in commercio, specie nel campo delle cucine con forno, delle stufette e degli asciugabiancheria, utilizzatori a gas muniti di sistemi di sicurezza di vario tipo.

Uno di questi è derivato dal sistema tipico degli scaldabagni:

una piccola fiammarsela deve essere accesa prima di utilizzare i bruciatori principali ed è questa ad accenderli quando si agisce sul relativo rubintto.

Questo sistema protegge in due situazioni tipiche: un cibo tracima e spegne la fiamma di un bruciatore; mentre un utilizzatore è in funzione, viene chiuso il rubinetto principale, che fa parte del contatore, e dopo qualche ora viene riaperto per rimettere in funzione uno degli utilizzatori della casa.


In ambedue questi casi, negli utilizzatori che non sono muniti di dispositivi di sicurezza si ha un efflusso cospicuo di gas attraverso bruciatori la cui fiamma non è stata accesa.

Queste due situazioni sono responsabili, come registra la cronaca, d'incidenti gravi:

asfissia di persone o esplosioni per accensione di una fiamma in ambiente saturo di gas.


Un altro sistema che protegge dalle stesse due pericolose eventualità è basato sulla presenza di una spiralina elettrica che rimane sempre incandescente, vicina al bruciatori, e che entra in funzione non appena viene aperto il rubinetto principale dell'utilizzatore, il quale comprende anche un interruttore elettrico che alimenta le spiraline.

Esistono anche altri sistemi, assai meno diffusi, che bloccano la fuoruscita di gas da un bruciatore a fiamma spenta o la riaccendono automaticamente.

Tutti questi sistemi hanno un'indubbia efficacia, come l'ha il sistema d'uso universale negli scaldabagni a gas, che blocca l'afflusso del gas se la fiammaspia non è accesa.D'altro canto, i sistemi stessi (come del resto quello dello scaldabagno) sono abbastanza complessi, richiedono periodiche messe a punto, pulizia e controlli da effettuarsi con tecniche diverse da tipo a tipo. Se questi controlli, messe a punto, pulizie, non vengono effettuati con la dovuta periodicità si affaccia il rischio che i sistemi, con il passar del tempo, funzionino in modo irregolare o non funzionino del tutto.

L'utente ha allora la pericolosa illusione di trovarsi in condizioni di sicurezza. Mentre non lo è affatto,Gli utilizzatori muniti di sistemi di sicurezza dovrebbero essere affidati a uno specialista almeno ogni uno-due anni per una completa manutenzione, a meno che il privato, sulla base delle istruzioni e delle descrizioni portate dal libretto che gli viene fornito assieme all'utilizzatore e sulla base di una solida esperienza, acquistata magari assistendo lo specialista per due o tre volte mentre effettua i necessari lavori di manutenzione, pulizia, messa a punto, non sia abbastanza abile da compierli direttamente. La presenza di dispositivi di sicurezza negli utilizzatori a gas, comunque, non esime dal l'effettuare periodicamente controlli di fughe di gas in corrispondenza di rubinetti, raccordi, tubi flessibili, che possono verificarsi in ogni caso, e dall'effettuare i lavori di pulizia e regolazione di bruciatori, ugelli e rubinetti.




Rischi di una cattiva combustione per scarsità d'aerazione e cattivo smaltimento dei fumi. L'installazione degli utilizzatori a gas resta in molti casi affidata a chi ne effettua l'acquisto.

Quasi mai, quando si acquista una cucina gas, una stufetta, un fornello, si affida l'installazione a uno specialista.

Questo viene chiamato in causa nel caso dello scaldabagno, della stufa a gas di rilevante potenza, e in pochi altri casi.

Il privato, quindi, si trova spesso a dover provvedere alla sistemazione dell'utilizzatore (salvo il più volte citato caso degli utilizzatori di forte potenza), allo smaltimento dei fumi e all'aerazione dell'ambiente.Ogni utilizzatore a gas, dato che brucia un combustibile, necessita di un'adeguata quantità di ossigeno.


Se un utilizzatore a gas, anche di non forte potenza, viene tenuto in funzione per un certo tempo in un ambiente scarsamente aerato, l'aria dell'ambiente si impoverisce d'ossigeno (progressivamente bruciato dall'utilizzatore e non sostituito).

A un certo punto, anche se i bruciatori sono ben regolati e tutto è a po sto nell'utilizzatore e nell'impianto di alimentazione, l'utilizzatore comincia a bruciare male, per difetto di ossigeno, per cui i fumi della combustione, invece di conte nere, come prodotti della combustione stessa, vapor d'acqua e anidride carbonica (biossido di carbonio), contengono anche il pericolosissimo ossido di carbonio.

Se lo smaltimento dei prodotti della combustione non è perfetto, nell'ambiente si forma una quantità crescente di ossido di carbonio, capace di provocare, in chi si trova nell'ambiente, grave avvelenamento e, qualche volta, persino la morte.


Tutti sanno che meta no e GPL non sono di per sé tossici, per cui chi se ne serve è spesso convinto che non siano mai pericolosi agli effetti di un avvelenamento gas. Ma GPL e metano, bruciati in un ambiente povero d'ossigeno, generano anch'essi ossido di carbonio.Sfiatamento, vale a dire smaltimento dei prodotti della combustione e aerazione del l'ambiente, sono tra loro strettamente legati:

se il convogliamento all'esterno dei fumi caldi prodotti dall'utilizzatore in funzione è efficiente la fuoruscita dei fumi genera un richiamo d'aria nell'ambiente poiché tende ad abbassare la pressione che vi regna. Attraverso fessure nelle finestre, sotto la porta giunge, da ambienti vicini, aria fresca, per cui non si crea mai carenza di ossigeno nell'ambiente. Se invece l'ambiente è piccolo, poco aerato e lo sfiato dei prodotti della combustione non è attivo, si possono creare le condizioni per la pericolosa combustione incompleta.Le situazioni potenzialmente più pericolose si hanno nelle cucine piccole, con finestrini alti, tenuti chiusi d'inverno, e quando si installano stufe e stufette portatili a gas (di solito a GPL) in stanze di soggiorno o peggio da letto e non si provvede ad attivare il ricambio dell'aria nell'ambiente.Come regola generale, da osservare sempre, va sottolineato che negli ambienti dove si brucia del combustibile occorre sempre provvedere a un sistema per lo smaltimento del prodotti della combustione e al tempo stesso per il ricambio dell'aria.Per gli utilizzatori di minore potenza (fornello, cucina, stufetta di emergenza) non è necessario un sistema del genere.

Occorre però sempre aerare l'ambiente con un aeratore (sempre a motore elettrico) che convogli direttamente all'esterno, nella canna fumaria individuale o in quella comune (dei grandi fabbricati), l'aria dell'ambiente, eliminando cosi anche i prodotti della combustione provocando un richiamo d'aria fresca. Aeratori del genere possono essere applicati direttamente a un vetro della finestra, dopo avervi praticato un adeguato foro, op pure possono essere fissati a parete e col legati direttamente con un breve tubo a sfiato con l'esterno, o anche fissati e raccordati con una canna fumaria.

Nelle cucine munite di cappa collegata alla canna fumaria comune (sempre poco efficace), l'aeratore può essere sistemato nel tubo che collega la cappa alla canna fumaria.




Realizzazione di sistemi di smaltimento dei fumi e di aerazione. In commercio si trovano tubi del diametro voluto, in lamiera zincata o smaltata a fuoco (e quindi piú estetica), gomiti, raccordi a T. sistemi di sfiato per esterno, aeratori di diverso genere.I tubi, in commercio a segmenti di circa un metro, vanno inseriti l'uno nell'altro, direttamente, curando che ogni segmento penetri per una decina di centimetri nel successivo, nel senso di percorrenza dei fumi. Se i vari segmenti si inseriscono alla rovescia rispetto a tale senso, si hanno perdite nelle zone di congiunzione.

I tubi, nei tratti orizzontali, vanno sistemati con una modesta pendenza verso l'alto (due o tre gradi) e sostenuti a parete mediante una serie di apposite zanche, che portano una forcella a U (che, montata, risulta orizzontale), entro la quale si sistema il tubo lo si ancora con un filo di ferro o staffe d'altra forma.

Sono in commercio ghiere metalliche da sistemare, per avere un lavoro ben finito, ove si debba attraversare una parete interna o si passi all'esterno con il condotto di sfiato.Un condotto del genere, nei grandi edifici, non deve mai essere innestato nella canna fumaria comune: il tiraggio di questa non garantisce lo smaltimento dei fumi prodotti dalla combustione, che si spanderebbero nell'ambiente. Munire un condotto del genere di aeratore intubato prima del suo innesto nella canna fumaria garantirebbe lo smaltimento dei prodotti della combustione, ma potrebbe essere pericoloso per gli inquilini degli appartamenti inferiori, superiori e contigui, che sono collegati alla stessa canna fumaria comune con cappe e tubi a tiraggio naturale.

Questi, per effetto dell'aeratore, potrebbero essere percorsi alla rovescia dai prodotti della combustione soffiati nella canna fumaria dall'aeratore. Un impianto cosi concepito, quindi, va evitato in modo assoluto, poiché, pur essendo funzionante per chi lo ha installato nella sua abitazione, potrebbe essere pericoloso per gli altri inquilini dello stabile. Quanto detto sopra si riassume in poche semplici regole.


1. Utilizzatori a gas di forte potenza: debbono essere muniti sempre di tubazione propria di sfiato all'esterno o in una canna fumaria individuale (se questa ha un sufficiente tiraggio).

2. La tubazione di cui sopra deve avere uno sfiato all'esterno efficiente (sistema speciale, sistema a T verticale, sistema a piccolo camino, tutti lontani da sporgenze del fabbricato).

3. La tubazione di sfiato, se lunga, deve es sere munita di un aeratore elettrico intubato in prossimità dello sbocco.4. Utilizzatori a gas di piccola potenza: debbono essere sempre installati in un ambiente attivamente aerato.

È sempre consigliabile attivare tale aerazione, con un aeratore a motore che espella l'aria ambiente nella canna fumaria o direttamente al l'esterno.




Manutenzione dei sistemi di sfiato e aerazione. I sistemi di sfiato e aerazione debbono essere sottoposti a periodica manutenzione. I tubi di sfiato, lunghi o corti che siano, vanno smontati totalmente (compre so lo sviluppo esterno e il sistema esterno di sbocco) e ripuliti all'interno dagli inevitabili depositi fuligginosi. L'operazione va fatta almeno ogni due anni.

Se non viene eseguita, la luce di passaggio dei fumi di scarico diventa insufficiente e questi si riversano nell'ambiente interno. Ogni anno, gli aeratori, intubati o meno, vanno anch'es si ripuliti da depositi fuligginosi e anche grassi (quelli installati in cucina).

La pulizia deve essere accurata, ma non richiede particolari accorgimenti.